Licenza Creative Commons
Questo/a opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia .

Translate

Castell'Ottieri è una frazione del comune di Sorano (GR), a nord del capoluogo, raggiungibile prendendo una deviazione dalla strada che conduce a Castell'Azzara, lungo la valle del torrente Stridolone.
Sorto nel Medioevo come subfeudo di un valvassore di origini germaniche, il luogo divenne in seguito possesso dei signori di Montorio e, nella seconda metà del Duecento, passò sotto il controllo di Orvieto.
Venne conquistato dalla famiglia locale degli Ottieri che lo fecero diventare il centro principale e l'indiscussa capitale della loro piccola contea.
Gli Ottieri controllarono il centro, a parte una temporanea sottomissione a Siena in epoca quattrocentesca, fino al 1616, anno in cui il feudo fu venduto ai Medici che lo inglobarono nel Granducato di Toscana.
Nella seconda metà del Settecento la legge di riforma dei Lorena incluse Castell'Ottieri nel territorio comunale di Sorano.
Secondo una "Decisione" (giudizio definitivo a proposito di una controversia) pronunciata il 22 dicembre 1665 dal Tribunale della Rota Senese, organo giurisdizionale competente, Castell'Ottieri sarebbe stato fondato da un uomo d'arme sceso in Italia dalla "Provincia d'Austria" al seguito dell'esercito carolingio, di nome Lotherius dei Signori di Mont Crijs che ricevette in dono una terra maremmana sulla quale eresse un castello che volle denominare "Castrum Lotherii" tradotto "Castello di Lotario", attuale "Castell'Ottieri", dando origine, nel contempo, al noto casato dei conti Ottieri, che intorno alla metà del XIII secolo si trasfuse in uno dei rami dei "Signori di Baschi" che ne assunse cognome, titoli e beni, portando in tal modo l'antica denominazione del casato originale nella posterità, fino a quando, il 16 aprile 1616, unitamente a San Giovanni delle Contee, fu ceduto da Sinolfo juniore di Flaminio Ottieri, al granduca di Toscana Cosimo II contro la somma 107.000 piastre e la concessione del feudo granducale di Rigomagno.

la Porta